Concorso Nazionale di Poesia Dialettale “Modesto della Porta”

Concorso Nazionale di Poesia Dialettale “Modesto della Porta”

Il Concorso Nazionale di Poesia Dialettale “Modesto della Porta” è un evento culturale dedicato alla valorizzazione del dialetto come espressione autentica dell’identità locale, il concorso premia poesie scritte in dialetto da autori italiani e stranieri, con sezioni riservate anche agli studenti delle scuole abruzzesi. 

Il Premio, si prefigge la promozione sociale, la diffusione e la valorizzazione del concetto di “artigianato della parola”, nonché la 
L’iniziativa si svolge annualmente a Guardiagrele, è promossa dall’Ente Mostra dell’Artigianato Artistico Abruzzese e mira a:

I vincitori vengono celebrati in una cerimonia pubblica con premi speciali anche alla carriera per autori distintisi nel panorama dialettale regionale e nazionale
Diffondere e valorizzazione il concetto di “artigianato della parola”
Rilanciare la poesia dialettale come patrimonio culturale
Favorire la trasmissione dei saperi familiari e artigianali
Offrire spazio creativo a poeti dialettali emergenti e affermati
Conservare e approfondire le tematiche legate alla lingua dialettale abruzzese.

La storia

Modesto della Porta

Nacque a Guardiagrele il 21 marzo 1885 e vi morì il 23 luglio 1938.
Di mestiere era sarto, ma la sua vera passione era la poesia dialettale abruzzese, che iniziò a comporre e recitare già nei primi anni del Novecento. Scriveva con uno stile ironico, diretto e profondamente umano, usando il dialetto per raccontare la vita quotidiana, le emozioni e le contraddizioni del suo tempo.
Nel 1933 pubblicò la sua unica raccolta poetica, Ta-pù, con l’editore Carabba di Lanciano. La sua poesia, spesso satirica e umoristica, è oggi considerata un patrimonio culturale dell’Abruzzo.

Un estratto dalla poesia “Lu destine” contenuta nella raccolta Ta-pù

[…]

Due soldi, e il pappagalle ammaestrate
vi troverà il cartelle del destine”.

Che! Lu destine? E m’arivenne a ‘mmente
di quande Mammarosse certe sere
parlave de destine: “È gni lu vente,
 
– dicè’- ‘n si vede e suffie, dà le stratte,
t’accide, t’accarezze, è nu mistere!…”.
Mo, pe’ ddu’ solde… e chi nen se l’accatte?

[…]

Un estratto dalla poesia “Il destino” contenuta nella raccolta Ta-pù

[…]

Due soldi, e il pappagallo ammaestrato
vi troverà la cartella del destino”.

Che! Il destino? E mi tornò in mente
di quando la mia nonna certe sere
parlava del destino: “E’ come il vento,
 
-diceva- non si vede e soffia, dà strattoni,
t’uccide, t’accarezza, è un mistero!…”
Ora, per due soldi… e chi non se lo compra?

[…]

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